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A CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
La supplica di Giuseppe Alberigo (13.2.2007)

Contesto. Il disegno di legge sui DICO, in materia di diritti e di doveri sulle coppie di fatto, firmato dalle ministre Rosy Bindi e Barbara Pollastrini al consiglio dei ministri dell’8 febbraio 2007 (governo Prodi), provoca anzitutto la reazione preventiva del giornale Avvenire che annuncia in un editoriale del 6 febbraio il “non possumus” e poi il no della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Il cardinal Ruini il 12 febbraio rivela che la CEI sta pensando di presentare un “atto vincolante” per le coscienze dei parlamentari, “una parola meditata, ufficiale e accreditata che sia impegnativa per coloro che seguono il magistero della Chiesa e chiarificatrice per tutti”. Unica voce pubblicamente dissonante quella del vescovo emerito di Ivrea mons. Luigi Bettazzi.
La mattina del 13 febbraio Giuseppe Alberigo stende una breve supplica ai vescovi perché non compiano un atto così grave. Una parte significativa del mondo cattolico rompe il silenzio e aderisce sottoscrivendo la supplica. Il giorno dopo Giuliano Ferrara su “il Foglio” pubblica un controappello (sottoscritto tra gli altri da Giovanni Maria Vian, Lucetta Scaraffia, Eugenia Roccella…)  invitando i vescovi a non farsi intimidire.
Il progetto di legge finirà su di un binario morto, per scomparire del tutto con la fine prematura del governo Prodi.

 

TESTO
Vi supplichiamo di evitare tanta sciagura
in “www.statusecclesiae.net”

La Chiesa italiana, malgrado sia ricca di tante energie e fermenti, sta subendo un’immeritata involuzione. L’annunciato intervento della Presidenza della Conferenza episcopale, che imporrebbe ai parlamentari cattolici di rifiutare il progetto di legge sui “diritti delle convivenze”, è di inaudita gravità. Con un atto di questa natura l’Italia ricadrebbe nella deprecata condizione di conflitto tra la condizione di credente e quella di cittadino. Condizione insorta dopo l’unificazione del Paese e il “non expedit” della S. Sede e superata definitivamente solo con gli accordi concordatari. Denunciamo con dolore, ma con fermezza, questo rischio e supplichiamo i Pastori di prenderne coscienza e di evitare tanta sciagura, che porterebbe la nostra Chiesa e il nostro Paese fuori dalla storia.

Si può pensare che il progetto di legge in discussione non sia ottimale, ma è anche indispensabile distinguere tra ciò che per i credenti è obbligo, non solo di coscienza ma anche canonico, e quanto deve essere regolato dallo stato laico per tutti i cittadini. Invitiamo la Conferenza episcopale a equilibrare le sue prese di posizione e i parlamentari cattolici a restare fedeli al loro obbligo costituzionale di legislatori per tutti.

Firmatari
Sottoscritta subito da varie decine di studiosi e personaggi pubblici (come Leopoldo Elia, Pietro Scoppola, Valerio Onida, Giuseppe Barbaglio, Pino Ruggieri, Alberto Melloni, Raniero La Valle, Ettore Masina, Ugo Perone, Maria Serena Piretti, Stefano Sciuto, …) e da centinaia di persone comuni, la supplica in capo a tre giorni raccoglie sul web più di diecimila firme prima che i server si saturino. L’inaspettato risveglio di parte del mondo cattolico si è poi reso ulteriormente visibile nelle iniziative de “Il vangelo che abbiamo ricevuto” in opposizione alla scelta dei vertici ecclesiastici di qualificare la presenza pubblica della chiesa nella società con il registro dell’etica e dei cosiddetti valori non negoziabili.

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