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Un assaggio
“Resistenza e resa”

Cristiani e pagani, Poesia (p. 427)

Uomini vanno a Dio nella loro tribolazione,
piangono per aiuto, chiedono felicità e pane,
salvezza dalla malattia, dalla colpa, dalla morte.

Così fanno tutti, cristiani e pagani.
Uomini vanno a Dio nella sua tribolazione,
lo trovano povero, oltraggiato, senza tetto né pane,
lo vedono consunto da peccati, debolezza e morte.

I cristiani stanno vicino a Dio nella sua sofferenza.
Dio va a tutti gli uomini nella loro tribolazione,
sazia l’anima e il corpo del suo pane,
muore in croce per cristiani e pagani
e a questi e a quelli perdona.

 

Da “Progetto per uno studio” (p.462)

«Chi è Dio? Anzitutto, non una fede generica in Dio nella sua onnipotenza, ecc. Questa non è autentica esperienza di Dio, ma un pezzo di mondo prolungato. Incontro con Gesù Cristo. Esperienza del fatto che qui è dato un rovesciamento completo dell’essere dell’uomo per il fatto che Gesù “esiste per altri”, esclusivamente. L’“esserci-per-altri” [für-andere-da-sein] di Gesù è l’esperienza della trascendenza [Transzendenzerfahrung]! Solo dalla libertà da se stessi, solo dall’“esserci-per-altri” fino alla morte nasce l’onnipotenza, l’onniscienza, l’onnipresenza. Fede è partecipare a questo essere di Gesù. (Incarnazione, croce, resurrezione). Il nostro rapporto a Dio non è un rapporto “religioso” con un essere, il più alto, il più potente, il migliore che si possa pensare — questa non è autentica trascendenza — bensì è una nuova vita nell’“esserci-per-altri”, nel partecipare all’essere di Gesù. Il trascendente non è l’impegno infinito, irraggiungibile, ma il prossimo che è dato di volta in volta, che è raggiungibile. Dio in forma umana [Menschengestalt]! non il mostruoso, il caotico, il lontano, l’orribile in forma di animale, come nelle religioni orientali; ma neppure nelle forme concettuali dell’assoluto, del metafisico, dell’infinito, ecc.; e neppure la greca forma divino-umana dell’“uomo in sé”, bensì “l’uomo per altri” [der Mensch für andere]!, e perciò il crocifisso. L’uomo che vive a partire dal trascendente».

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