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FRANCIA (Rouen) / Lettera aperta ai cristiani (novembre 2011)

Contesto. Mercoledì 16 novembre 2011, dei laici, autori di una Lettera aperta ai cristiani della diocesi di Rouen hanno incontrato Mons. Jean-Charles Descubes, arcivescovo di Rouen. Yves Millou et Henri Couturier, membri dell’équipe di animazione del centro teologico universitario (CTU) e della formazione permanente nella diocesi, e Colette Glück, membro del Parvis, gli hanno consegnato il loro testo, già firmato da 170 persone con “responsabilità nella Chiesa e nella società civile”.

La lettera fa riferimento alla presa di posizione di alcuni preti della diocesi di Rouen che aderiscono alla Pfarrer-Inititive dei preti austriaci e afferma la necessità che preti e laici siano collettivamente responsabili dell’animazione delle comunità cristiane, che possano essere ordinati preti persone sposate, che non sia rifiutata l’eucaristia alle persone divorziate-risposate.

L’incontro è stato cordiale, assicura Colette Glück. Mons. Descubes ci ha ripetuto che non voleva mettersi da una parte o dall’altra ma che il suo ruolo era quello di preservare la comunione nella diocesi e di far applicare le decisioni del sinodo diocesano”, organizzato nel 2010. In seguito all’incontro, i laici hanno quindi modificato il titolo del loro testo: “La lettera aperta a Mons. Descubes” è diventata una Lettera aperta ai cristiani della diocesi di Rouen. (g.m.)

TESTO
Lettera aperta ai cristiani della diocesi di Rouen

Ripresa dal sito: www.la-croix.com
Traduzione: www.finesettimana.org

Siamo un gruppo di laici cattolici della diocesi di Rouen. Abbiamo ritrovato, nell’appello di un gruppo di preti di Rouen, problemi che meritano di essere più ampiamente discussi e che riguardano la vita della nostra Chiesa.

Se prendiamo sul serio l’insegnamento del Concilio sulla vocazione universale dei battezzati, la situazione delle nostre piccole comunità disperse, il fatto che c’è un numero maggiore di laici impegnati e preparati, in grado di assumere delle responsabilità, ci sembra urgente impegnarci anche noi in questo percorso, in quanto laici, per far evolvere la Chiesa cattolica alla quale siamo legati. Questa Chiesta ci sembra troppo paurosa e si pare che manchi di coraggio nel cercare i mezzi per rispondere ai bisogni del popolo cristiano di oggi.

Il Sinodo ha auspicato “il riconoscimento di ministeri affidati a fedeli laici per rispondere alla situazione attuale della Chiesa diocesana” (IV 15). Ma è opportuno andare molto più in là e più in fretta rispetto a quanto è proposto, affinché laici e preti siano collettivamente responsabili dell’animazione delle comunità cristiane. Esse devono in effetti poter condividere ovunque e sempre la Parola, il Pane e il Vino.

Immaginiamo ad esempio che una comunità urbana o rurale, priva di eucaristia e di condivisione di vangelo, potrebbe riunirsi, proporre il nome di una o due persone, uomini o donne con esperienza, sposati o celibi, per un ministero al servizio della comunità e spetterebbe poi al vescovo confermare questa proposta. Senza negare il valore del celibato consacrato scelto liberamente da coloro che intendono diventare preti, auspichiamo che la Chiesa latina rifletta fin da oggi alla possibilità di ordinazione di ministri dell’Eucaristia e della Parola su basi più ampie, come si fa nelle Chiese orientali e nelle altre Chiese cristiane.

Auspichiamo anche che si incentivi con più forza la richiesta di diaconi permanenti, oggi troppo poco numerosi, in particolare nella nostra diocesi. È una realtà acquisita grazie al Vaticano II, attualmente non sufficientemente sfruttata.

Auspichiamo che si riconosca a dei laici battezzati, uomini e donne competenti, il diritto di fare delle omelie, pratica che si è diffusa positivamente dopo il Vaticano II e che oggi viene rimessa in discussione. Molti sono preparati a questo, grazie ai corsi di formazione seguiti nella diocesi.

Auspichiamo anche che la Chiesa smetta di rifiutare l’eucaristia ai fedeli divorziati-risposati in nome di una disciplina che fa soffrire inutilmente. Ciascuno sa del resto che per fortuna molti preti, in coscienza, non rispettano le direttive canoniche su questo punto.

Infine, è vitale stabilire un vero dialogo tra preti e laici, tra cristiani di tendenze diverse, se non opposte, perché è urgente far sentire ai nostri contemporanei una parola più tesa a promuovere la Buona Notizia che ad emanare regole morali, molte delle quali sono incomprensibili e nella maggior parte dei casi inapplicate.

Condividiamo la preoccupazione di Gérard Bessière, prete, che scrive il 18 ottobre 2011: “Migliaia di cristiani se ne vanno in punta di piedi senza essere ascoltati, mentre si cerca a lungo un accordo con gli integralisti (…). Non assistiamo forse al tacito affossamento del Concilio Vaticano II?”

Sì, siamo di quelli che auspicano una Chiesa in ascolto dei bisogni e delle attese degli uomini e delle donne di oggi, una Chiesa solidale coi poveri e con gli esclusi.

Firmatari
I 170 firmatari sono:
– Membri attivi (liturgia, catechesi, animazione pastorale, funerali) delle parrocchie e dei decanati di Rouen, Dieppe, Pays de Bray, Pays de Caux.
– Membri di movimenti di Azione Cattolica (ACI, ACO, ACF, CMR, JEC, MCR), della Pastorale dei Migranti, del movimento caritativo CCFD-Terre solidaire.
– Membri di movimenti professionali (Movimento Cristiano dei Quadri e Dirigenti-MCC, Cristiani nell’Insegnamento Pubblico), delle cappellanie di ospedali e prigioni.
– Membri dell’équipe di animazione del Centro Teologico Universitario e della Formazione Permanente.
– Membri della Fraternità Francescana, dell’ACAT, della Comunità Point1, di un gruppo Témoignage Chrétien.
– Animatori e membri di gruppi biblici.
– Membri delle Settimane Sociali di Normandia, di Abitat e Umanesimo.
– Membri della Cappellania dei giostrai (forains), della Cappellania dei nomadi (gens de la rue).
– Animazione di gruppi di handicappati, Azioni in favore di SDF (senza tetto).
– Animazione di ADAP, organizzazione del pellegrinaggio nazionale a Lourdes.
Delegati del Sinodo di Rouen, semplici parrocchiani, cattolici senza appartenenza parrocchiale.

Tra i firmatari: Yves Millou, Didier Lacheray, Colette Glück, Henri Couturier, Jean-Paul Dodelin

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