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ABORTO: EVANGELIZZARE GLI UOMINI

Giancarla Codrignani

Cresce la temperatura in Vaticano: la reazione conservatrice, che è riuscita a stemperare le novità del Vaticano II, non demorde e si sta incattivendo a mano a mano che Francesco, tentando di fare i conti con i “duecento anni di ritardi” conteggiati dal cardinal Martini, decostruisce la teoria dei “principi non negoziabili” utilizzata dai veterocattolici per dare valore di sacra dottrina a interdetti regressivi ormai incompatibili. Infatti è necessario per tutti capire che si diventa cattivi quando non ci si rende conto del male fatto, per esempio accusando di vizio, malattia e peccato l’omosessualità.

Il Vangelo non cambia
Diceva Giovanni XXIII che il Vangelo non cambia, siamo noi che impariamo a leggerlo meglio. Infatti, come diceva già Agostino “nos sumus tempora: quales sumus, talia sunt tempora”; per la verità nel Sermone 80 invitava anche al “bene vivamus”, così anche i tempi saranno buoni; ma è evidente che, se non viviamo nel migliore dei mondi possibili, dobbiamo parlare anche dei principi partendo non dal farli imparare a memoria, ma da una concezione compassionevole delle situazioni in cui, piaccia o non piaccia, quei principi vivono.

Questa volta Francesco ha alzato a zero il tiro: indulgenza per l’aborto e per gli operatori sanitari che lo praticano. Se i tradizionalisti – e ci si erano già messi in questi giorni con una contestazione diretta quattro vecchi cardinali a copertura di un movimento ancora latente – contestano l‘Amoris Laetitia e invocano la castità, il matrimonio indissolubile e l’obbligo riproduttivo, non so come prenderanno questo intervento di fine anno santo i bravi ragazzi che recitano il rosario davanti agli ospedali dove sono in corso pratiche abortive.

Rifiuto della violenza, non della vita
Comunque è un momento carico di significato soprattutto per le donne. L’aborto infatti ha sempre nei secoli colpito la donna che si trova incinta senza averlo voluto fino al punto di essere cacciata di casa anche minorenne, se “aveva peccato”. La Chiesa ha sempre mostrato alla donna il volto del giudice ed è responsabile di non avere mai preso in considerazione la complessità drammatica del rifiuto da parte di una donna della vita che sta riproducendosi nel suo corpo; non è vero che non la vuole, non voleva essere messa nelle condizioni di rifiutarla. In fondo una violenza, anche solo di ignoranza della prevenzione. Abbiamo passato gli anni di discussione sulla legge che impediva prima di tutto la clandestinità di un fenomeno secolare che ha prodotto casi di morte per avvelenamento da erbe o perforazioni causate da ferri da calza a cui un medico pietoso certificava una morte per cause ignote.

Non legittimare, ma comprendere
Adesso siamo alla viglia della scomparsa del fenomeno: le pillole sono diventate abortive e le donne torneranno a subire in modo diverso, addirittura consenziente. Si dice che la legge funziona e sembra che quest’anno siamo arrivati sotto i centomila casi. Tuttavia le donne sospettano: oggi a nessuno mancano le poche centinaia di euro per andare in un ambulatorio privato e nessuna madre porterebbe la figlia adolescente alla struttura pubblica per quella riservatezza che ancora rende peccatrice sospetta la donna che vi ricorre.

Finalmente, dunque il Papa riconosce la responsabilità sociale di ogni aborto e usa il balsamo della consolazione. Non legittima, ma comprende. E apre un fronte di discussione interno alla cattolicità che ieri non era pensabile. Non ricordiamo espressioni che possano costituire un precedente, salvo uno “scelga la donna” sul giornale diocesano di Ivrea dell’allora vescovo Bettazzi e a parte i preti che conoscevano il problema perché confessori e si dicevano, in privato, sostenitori delle parlamentari che volevano la legge.

Le donne ringraziano. Ma chiedono anche qualcosa: visto che la donna è sola nel momento drammatico della rinuncia, ma non è sola all’origine della produzione dell’embrione “uno come noi”, sarà finalmente il caso che la Chiesa evangelizzi gli uomini?

Giancarla Codrignani
Giornalista, socia fondatrice e membro del Consiglio direttivo di Viandanti

1 Commento su “ABORTO: EVANGELIZZARE GLI UOMINI”

  1. La chiusa dell’articolo è veramente azzeccata: “…sarà finalmente il caso che la Chiesa evangelizzi gli uomini”, … perché costoro non sembrano implicati nella faccenda. Non si sentono responsabili. “Non accusano” nemmeno il peccato, che colei che prima di lui è venuta esplicitamente a chiedere di essere perdonata … Oltre il danno la beffa: perché costei le rimarrà incisa nella sua “carne” come un ferita che la accompagnerà per tutta la vita … E lui? Non è raro che lasci perdere le tracce per sempre, appena saputo la condizione della ragazza, che rimane così sola … GB.

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