Dichiarazione sulla libertà e la funzione della teologia nella Chiesa (gennaio 1969)
Contesto. Il testo della dichiarazione sottoscritta da 38 teologi è apparso sul n. 1, sezione Dogma, dell’edizione italiana della rivista internazionale di teologia “Concilium” del gennaio 1969 con il titolo “Dichiarazione sulla libertà e la funzione della teologia nella chiesa” e sul n 41, sezione Dogma, dell’edizione francese di Concilium del gennaio 1969, con il titolo “Déclaration” e la data dicembre 1968.
Testo
In perfetta lealtà e fedeltà sincera verso la chiesa cattolica, i teologi firmatari si vedono costretti ed obbligati ad attirare apertamente e nel modo più serio l’attenzione sul fatto che la libertà dei teologi e della teologia al servizio della chiesa, ricuperata dal concilio Vaticano II, non dev’essere rimessa in pericolo oggi. Questa libertà costituisce un frutto ed un’esigenza del messaggio liberatore di Gesù stesso e rimane un aspetto essenziale della libertà dei figli di Dio nella chiesa, libertà predicata e difesa da s. Paolo. È per questo che i ‘dottori’ della chiesa hanno il dovere di predicare la parola opportune et importune, sia che ciò risulti conveniente o no.
Per noi teologi, questa libertà significa al contempo la pesante responsabilità di non mettere in pericolo l’autentica unità e la vera pace della chiesa e di tutti i suoi membri. E siamo ben coscienti del fatto che noi pure teologi possiamo ingannarci nella nostra teologia. Ma siamo del pari persuasi che talune concezioni teologiche errate non potrebbero essere corrette attraverso misure coercitive. Nell’epoca in cui viviamo esse non potrebbero essere efficacemente corrette se non attraverso una discussione scientifica obiettiva al riparo da costrizioni, nella quale la verità ha possibilità di vincere per la sua intrinseca forza. Noi affermiamo con convinzione l’esistenza di un magistero del papa e dei vescovi, che sotto la Parola di Dio è al servizio della chiesa e della sua predicazione. Ma sappiamo anche che questo magistero pastorale di predicazione non può né soppiantare, né impedire la missione d’insegnamento scientifico. Ogni forma d’inquisizione, per quanto sottile essa possa essere, porta pregiudizio allo sviluppo di una sana teologia e, inoltre, nuoce grandemente alla credibilità della chiesa tutta intera nel mondo d’oggi. Per questo noi attendiamo dal magistero pastorale della predicazione del papa e dei vescovi una fiducia spontanea nel nostro senso della chiesa e un sostegno senza preconcetti al lavoro teologico che noi compiamo per il bene degli uomini nella chiesa e nel mondo. Saremmo lieti di assolvere il nostro compito di ricerca e di annuncio della verità, senza essere messi a disagio da misure e da sanzioni amministrative. Noi intendiamo che si rispetti la nostra libertà ogni volta che comunichiamo, con la parola e con lo scritto, le nostre convinzioni teologiche fondate e quando noi lo facciamo mettendo in opera il meglio della nostra scienza e della nostra coscienza.
Siccome vediamo rispuntare attualmente la possibilità crescente d’una minaccia sulla libertà del lavoro teologico, ci vediamo spinti a fare una serie di proposte costruttive. Siamo del parere che la realizzazione di tali proposte s’imponga, se si vuole che il papa e i vescovi possano adempiere in modo adatto e degno la loro missione anche nei confronti della funzione dei teologi nella chiesa.
1. Anche dopo l’internazionalizzazione relativa inaugurata dal papa Paolo VI, le istanze della Curia romana, e in primo luogo la congregazione per la Dottrina della Fede, rimarranno esposte a produrre l’impressione d’una parzialità in favore di una tendenza teologica determinata, fino a quando la composizione dei loro membri non rifletterà la pluralità legittima delle scuole teologiche contemporanee e delle mentalità teologiche di oggi.
2. Questo vale, in primo luogo, per l’organo incaricato delle decisioni nella congregazione per la Dottrina della Fede, l’assemblea plenaria dei cardinali (plenaria). Si dovrebbe qui introdurre l’età-limite di 75 anni.
3. Come consultori non si dovrebbero nominare che specialisti eccellenti e universalmente riconosciuti come tali. Il termine del loro mandato dovrebbe essere ben definito e non superare mai il limite d’età di 75 anni.
4. Bisognerebbe costituire immediatamente la Commissione internazionale dei teologi, secondo il voto del Sinodo dei vescovi, e in modo tale che, essa pure integri, in una proporzione giustificata, le diverse tendenze e mentalità teologiche. La congregazione per la Dottrina della Fede dovrà collaborare con questa commissione nel modo più stretto. Di più, le competenze della congregazione e quelle delle commissioni episcopali per le decisioni concernenti la fede, nel quadro delle conferenze episcopali, devono essere delimitate legalmente e in modo preciso.
5. Quando la congregazione per la Dottrina della Fede si crede obbligata, in casi particolari straordinari e importanti, ad ammonire un teologo o un gruppo di teologi per una ragione dottrinale, essa deve intervenire in tutti i casi (ivi compresi i casi riguardanti i religiosi) secondo una procedura prevista. Per stabilire quest’ultima, è necessario elaborare, seguendo le indicazioni del papa per la riforma del Sant’Uffizio (Integrae servandae, del 7 dicembre 1965), un ordine di procedura chiaro e obbligatorio, e decidersi a comunicarlo come s’addice. In quest’ordine di procedura, la competenza della congregazione per la Dottrina della Fede dovrà essere limitata a questioni teologiche d’ordine dottrinale. Per affari puramente personali è aperta solo la via legale normale.
6. Nell’ordine di procedura, che dovrà ugualmente trovare il suo statuto nel Codice di diritto canonico riveduto, devono essere garantiti i seguenti punti:
all’esame delle questioni di fede da parte della Congregazione dev’essere fatto sulla base degli scritti autentici dell’autore stesso nella sua lingua originale e non su quella d’informazioni o di traduzioni non autorizzate. È necessario, fin dagli inizi del caso, ricorrere a un difensore d’ufficio del teologo in questione, nominato dalla congregazione (relator pro auctore). Dopo che questo difensore avrà dato il suo parere, tutte le tesi contestate saranno comunicate per iscritto all’autore in questione, così come l’insieme dei pareri, decreti, relazioni e atti importanti concernenti il caso. Il teologo in questione prenderà posizione per iscritto nei confronti di tutti questi documenti.
b)Se la presa di posizione dell’autore non soddisfa, bisognerà far intervenire per le questioni ancora in contestazione due o più perizie di teologi riconosciuti, di cui la metà almeno potrà essere designata dall’interessato stesso.
c)Se, dopo questa tappa, si ritiene necessaria una discussione personale sarà conveniente comunicare, in antecedenza e con margine sufficiente di anticipo, al teologo in questione il nome dei partecipanti alla discussione, l’argomento di quest’ultima ed il testo completo di tutti i pareri, relazioni e atti importanti. Il teologo potrà discutere nella lingua di sua scelta e si farà assistere da uno specialista. Non vi è obbligo di alcun segreto. Il protocollo di questa discussione, firmato da tutti i partecipanti, sarà rimesso alla Congregazione.
d)Se, anche dopo questo colloquio, risulta senza equivoco, secondo il giudizio della Congregazione, che le dottrine in causa sono in netto contrasto con la professione di fede veramente obbligatoria della chiesa e mettono in pericolo la fede in vasti settori, la Congregazione dovrà respingere pubblicamente queste dottrine in una motivata presa di posizione.
e) Senza portare pregiudizio al carattere obbligatorio dell’autorità dottrinale ecclesiale, è necessario costatare che nella situazione della società odierna misure più severe di natura amministrativa o economica contro autori o case editrici risultano per regola generale inutili o persino nocive.
7. Giacché la fede è nulla senza l’amore, ogni preoccupazione per la verità nella chiesa deve essere guidata dai princìpi della carità cristiana.
Firme
Hanno firmato questa dichiarazione sulla libertà e la funzione dei teologi nella chiesa:
Prof. ROGER AUBERT, Università di Lovanio
Prof. ALFONS AUER, Università di Tubinga
Lettore THEO BEEMER, Università di Nimega
Prof. PIERRE BENOIT o.p., École Biblique di Ger.
Prof. FRANZ BÖCKLE, Università di Bonn
Dr. WERNER BRÖKER, Bonn
Prof. M.-D. CHENU o.p., Facoltà teol. di Parigi
Prof. YVES CONGAR o.p., Le Saulchoir, Parigi
Prof. CHRISTIAN DUQUOC o.p., Facoltà teol. di Lione
Em. prof. RICHARD EGENTER, Monaco
Prof. HEINRICH FRIES , Università di Monaco
Prof. CLAUDE GEFFRÉ, Inst. Cathol. di Parigi
Dr. NORBERT GREINACHER, Università di Münster
Prof. HERBERT HAAG, Università di Tubinga
Dr. HELMUT HUCKE, Univ. di Francoforte sul Meno
Prof. PIET HUIZING s.j., Università di Nimega
Lettore BAS VAN IERSEL s.m.m., Università di Nimega
Prof. WALTER KASPER, Università di Münster
Prof. HANS KÜNG, Università di Tubinga
Prof. KARL LEHMANN, Università di Magonza
Prof. JOHN MCKENZIE s.j., University Notre Dame
Prof. JOHANNES BAPTIST METZ, Università di Miinster
Prof. ALOIS MÜLLER, Università di Friburgo
Prof. ROLAND MURPHY o. carm., Univer. di Washington
Prof. JOHANNES NEUMANN, Università di Tubinga
Prof. WILLI OELMÜLLER, Università di Münster
Dr. DAVID POWER o.m.i., Kilkenny
Prof. KARL RAHNER s.j., Università di Münster
Prof. JOSEPH RATZINGER, Università di Tubinga
Prof. EDWARD SCHILLEBEECKX o.p., Università di Nimega
Prof. HERMAN SCHMIDT s.j., Gregoriana Roma
Prof. PIET SCHOONEBERG s.j., Università di Nimega
Prof. HEINZ SCHUSTER, Sc. sup. di Saarbrücken
Prof. ANTON VÖGTLE, Università di Friburgo
Prof. LEONHARD WEBER, Università di Monaco
Prof. ANTON WEILER, Università di Nimega
Dr. BONIFACIUS WILLEMS o.p., Università di Nimega