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GERMANIA / Non escludere dai sacramenti i divorziati risposati (settembre 2011)

Contesto. La raccolta di firme, che ha avuto inizio verso la fine di settembre del 2011 nel quadro della settimana di azione “Dafür stehen wir” (“Siamo a favore di…”) proposta dell’Associazione delle donne cattoliche tedesche (Kfd), si pone l’obiettivo di non escludere dai sacramenti i divorziati risposati.
Non viene messa in discussione l’indissolubilità del matrimonio, ma si chiede di affrontare il tema in maniera nuova, per trovare soluzioni teologiche e pastorali, che tengano conto dei problemi della vita quotidiana delle persone.
In una lettera al presidente della Conferenza episcopale tedesca, arcivescovo Robert Zollitsch, l’associazione delle donne cattoliche tedesche insiste per un dialogo, nel quale devono essere presi in considerazione ulteriori possibili passi. Si ritiene che “solo insieme, in comunione, sia possibile realizzare una chiesa che sia vicina alle persone e le accompagna e sostiene nelle determinanti situazioni della vita”. Su questo sfondo le quasi 98000 firme, oltre alle numerose mail, lettere e interpellanze degli ultimi tempi, rappresentano un dovere speciale. (g.m.)

TESTO
“Siamo a favore di una Chiesa che non escluda dai sacramenti i divorziati risposati”
Testo tratto da: www.kfd-bundesverband.de (26 settembre 2011).
Traduzione: www.finesettimana.org

Anche nella Chiesa cattolica il fallimento del matrimonio riguarda un numero sempre maggiore di donne e di uomini. La promessa fatta a suo tempo di rimanere insieme fino a che morte non separi, da molte persone non può essere mantenuta per i più svariati motivi.

In Germania viene sciolto un matrimonio su tre, nelle grandi città addirittura uno su due. Circa il 70% delle istanze di separazione viene presentato da donne. Oggi il 25% (1) di tutti i nuovi  matrimoni è costituito da seconde nozze.

Secondo il diritto canonico, un matrimonio contratto sacramentalmente è indissolubile.
È l’immagine dell’alleanza tra l’uomo e Dio, è una comunità di vita e di destino per tutta la vita.
Coloro che secondo il diritto civile sono divorziati e risposati non sono esclusi dalla Chiesa, ma partecipano alla vita della Chiesa in quanto battezzati. Tuttavia i divorziati risposati sono esclusi dai sacramenti (penitenza, eucaristia e unzione degli infermi), dal momento che il loro stato e la loro condizione di vita contraddicono oggettivamente all’unione di amore tra Cristo e la Chiesa (cfr. Familiaris Consortio 84, Comunicazioni della Santa Sede n° 33).

Questa argomentazione dogmatica si scontra con una prassi pastorale nella quale in maniera crescente viene sentita come crudele, non viene più capita, oppure viene vista inadatta al sostegno e all’accompagnamento di divorziati-risposati. Le persone coinvolte sentono sempre più come uno scandalo e anche come un torto il fatto di essere ufficialmente escluse dal centro della vita ecclesiale. Molti collaboratori e collaboratrici della Chiesa divorziati e risposati temono inoltre di non poter mantenere il loro posto di lavoro. Nelle comunità si è diffusa la prassi che i credenti in questa situazione partecipino alla mensa eucaristica, in base ad una decisione presa in coscienza e dopo un colloquio con un ministro ordinato. Il timore che tale prassi possa disorientare i fedeli si è mostrato infondato.

I sacramenti sono segni efficaci dell’amore di Dio per gli uomini. Non sono una ricompensa per un certo modo di vivere, ma forza e irrobustimento nella fede, in tutte le situazioni problematiche e le contraddizioni della vita, soprattutto nei momenti difficili. La Chiesa, sia come comunità che come gerarchia, deve contribuire, nella dottrina e nella prassi, a far sì che le donne e gli uomini possano sperimentare l’amore di Gesù e il suo atteggiamento umano e misericordioso.

L’associazione delle donne cattoliche tedesche ha sempre ripetutamente messo in rilievo, nei suoi documenti, il significato e la simbologia del matrimonio cristiano e tuttavia non ha chiuso gli occhi di fronte alle crisi di vita e di relazioni, davanti a separazioni e divorzi e alla crescente molteplicità di forme di vita e di famiglie.

L’associazione delle donne cattoliche tedesche è a favore di quelle argomentazioni canoniche, pastorali, dogmatiche e teologico-morali che aprono nuove vie per affrontare questa tematica e che quindi contribuiscono alla credibilità di noi tutti come Chiesa.

Le domande poste dal crescente numero di divorziati risposati alla comunità ecclesiale e la loro prassi vissuta possono essere anche un’opportunità, per tutti noi come Chiesa, di scoprire nuovamente il messaggio liberante del vangelo, anche e proprio di fronte a rotture e nuovi inizi.

Si tratta di mettere nuovamente in relazione l’uno con l’altro sia l’irrinunciabile ideale di unione e fedeltà matrimoniale, sia un annuncio realistico riguardo a colpa, conversione e perdono. Per l’arcivescovo Robert Zollitsch, come per molti cristiani e cristiane, il modo di trattare i divorziati risposati è un problema di misericordia (cfr l’intervista a “Die Zeit” del 31.08.2011).

Questa iniziativa di raccolta di firme deve rendere di nuovo chiara l’urgenza e la necessità di affrontare il problema visto proprio dalla prospettiva delle donne che lo vivono. Essa inizia nel quadro della settimana di azione 2011 “Dafür stehen wir” (“Siamo a favore di…”) dell’associazione delle donne cattoliche tedesche (Kfd), azione al centro della quale ci sono dodici attuali prese di posizione dell’associazione. Il titolo di una di queste azioni (che durerà fino al 31-12-2011) è: “Non tutto va bene nella vita. Assistere le persone dopo la separazione e il divorzio”.

Katholische Frauengemeinschaft Deutschlands (KFD)
“Unser Leitbild: kfd-leidenschaftlich glauben und leben”

Associazione delle donne cattoliche tedesche
Il nostro ideale: kfd-credere e vivere appassionatamente

(1) Tratto da “Menschen in Trennung-Scheidung-Wiederheiret”.

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