LA TEOLOGIA DELLE RELIGIONI COME TEOLOGIA OSPITALE
La presenza di immigrati nelle nostre società è un fenomeno consistente e stabile; a differenza dei flussi migratori del passato, gli stranieri giungono da paesi, culture e mondi religiosi distanti da noi. Il modo di concepire e vivere l’ospitalità dello straniero e il rispetto della dignità di ogni essere umano, rivela il grado di civiltà di un popolo, di una comunità. Il tema è ormai ineludibile anche per le religioni, infatti, con i popoli migrano anche le religioni e l’attuale consistente fenomeno migratorio porta sia ad un rimescolamento di popoli sia ad un confronto ravvicinato, a volte conflittuale, delle fedi e dei culti. E’ questa “stringente attualità esistenziale” che ha spinto padre Monge a ordinare e pubblicare un lavoro di ricerca durato oltre tre lustri sul tema dell’ospitalità nelle tradizioni ebraica, cristiana e musulmana.
Di là dai titoli accademici specifici relativi alla Teologia delle Religioni, Claudio Monge ha potuto indagare il tema dall’osservatorio privilegiato della Turchia, “seconda Terra santa del cristianesimo”, dove vive da una decina d’anni a Istanbul ed è Superiore della comunità domenicana e responsabile del Centro domenicano per il Dialogo interreligioso e culturale (Dosti). Un vissuto che, come ammette l’autore nelle prime pagine del volume, ha consentito “l’esperienza quotidiana della sorprendente accoglienza orientale” e che è stato come un brodo di coltura per l’idea e il lavoro di “un’inchiesta comparatista sull’ospitalità”.
Il dato centrale dello studio è l’analisi del racconto biblico dell’ospitalità che Abramo offre a tre ospiti misteriosi, mentre è accampato nella pianura di Mamre (Gn, 18,1-15). Fa da introduzione la presentazione, necessariamente ampia, della concezione dell’ospitalità nelle tradizioni dei tre monoteismi abramitici, mentre le conclusioni collocano il tema nella prospettiva della Teologia delle religioni.
L’excursus, ad un tempo interreligioso e cronologico, evidenzia come la pratica dell’ospitalità fosse collegata alla condizione di straniero, dell’essere di passaggio, propria di popolazioni nomadi in continuo movimento, che si alternano o coabitano temporaneamente in territori come la regione di Canaan o nel più ampio Medio Oriente; inoltre, ci presenta come l’ospitalità si caratterizzi ed evolva, in quanto pratica sociale, e come nella concezione delle tre religioni, riguardi non solo l’altro umano, ma anche l’altro per antonomasia, cioè il divino. Una relazione di ospitalità uomo-dio, dio-uomo che ne fonda anche il suo significato più profondo, fino a consentirne il discorso teologico.
Il riferimento centrale alla figura di Abramo è obbligato perché egli è considerato il capostipite delle tre fedi monoteiste, anche se, avverte l’autore, “il titolo di ‘Padre dei credenti’ è attribuito soprattutto dai cristiani e non è caratteristico del vocabolario coranico” (p. 186), le tre tradizioni si ritrovano invece “nell’attribuzione al Patriarca del titolo di ‘amico di Dio’” (p. 200). Monge, condividendo la costatazione di alcuni studiosi (Kuschel, Kung) che ritengono Abramo e la sua eredità ad un tempo fattore di unità e di divisione, invita ad “apprezzare le differenze effettive” per poi “evidenziare le complementarietà o, addirittura, i punti comuni” (p. 187).
L’analisi comparatista del racconto paradigmatico dell’ospitalità a Mamre, possiamo dire che confermi l’autore nel convincimento che “attorno al tema ospitalità” si possa “tessere una rete concettuale”, che stia “alla base di un ‘pedagogia del dialogo interreligioso’” (p. 13) e lo porta ad affermare conclusivamente “la possibilità di elaborare una vera e propria ‘teologia dell’ospitalità’ o, più esattamente, un pensiero teologico che si dispieghi declinando l’opzione dell’’ospitalità’ nell’ambito dei diversi rami della teologia” (p.276).
Utili al lettore sono anche le nove brevi schede tematiche, che informano e aggiornano, integrando in modo sintetico su altrettanti temi correlati all’argomento centrale del volume (es.: la ricerca lessicale sul termine straniero/immigrato; la redazione del Corano; l’interpretazione protestante dell’incontro di Mamre; …).
FRANCO FERRARI
(da Missione Oggi, gennaio 2014)