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Bangkok (Thailandia), Tappa continentale asiatica (23-27.2.2023), i lavori di gruppo dell'Assemblea.

LE TAPPE CONTINENTALI DEL SINODO
UN FLASH SULLA CHIESA

Franco Ferrari

La consultazione sinodale appena conclusasi ha scattato una nitida foto di quanto si sta muovendo all’interno delle Chiese e ha prodotto un significativo materiale per l’elaborazione del documento di lavoro (Instrumentum laboris) che orienterà il confronto della prossima assemblea dei vescovi.

Un grande patchwork
Ora, attraverso i documenti conclusivi delle sette assemblee continentali conosciamo le sensibilità delle varie Chiese, le loro difficoltà, le loro urgenze e le loro aspettative nei confronti del Sinodo.

La lettura di tutti questi testi offre alcune sorprese. La cattolicità che si tende a pensare come uniforme si presenta caratterizzata dalla diversità, anzi da molte diversità, che credibilmente segneranno l’assemblea del Sinodo.

Le Chiese europee constatano che le diversità continuano a percorrerle non solo da Est a Ovest, ma anche da Nord a Sud e avvertono l’esigenza di purificare la loro memoria. Le Chiese dell’America latina, del Medio Oriente e dell’Africa, ricordano (o forse rivendicano) la loro lunga e intensa tradizione sinodale: l’America latina dalla costituzione del Celam (1955) ai successivi molteplici organismi partecipativi, l’Africa a partire dal Vaticano II e le Chiese del Medio oriente costitutivamente sinodali dalle origini.

In Oceania, le Chiese polverizzate in tanti piccoli e grandi stati insulari avvertono come cruciale la crisi ecologica e la sfida della grandissima varietà di etnie, lingue e culture. Le Chiese dell’Asia, una piccolissima minoranza nella maggior parte dei paesi, si confrontano con una povertà diffusa e con molte fedi anche più antiche di quella cristiana (buddhismo, confucianesimo, taoismo, …), ma in particolare con l’Islam che è la più diffusa.

Le Chiese del Nord America, che hanno scelto il formato virtuale e linguistico (inglese, francese, spagnolo) delle assemblee (solo l’équipe che ha steso il rapporto finale si è incontrata in presenza), hanno registrato una problematica carenza di sinodalità: la “grande maggioranza” dei vescovi ha “partecipato a piccoli gruppi formati da altri vescovi” e nelle plenarie “ha ascoltato” le relazioni degli altri gruppi. Per questo “molti fedeli laici” hanno chiesto di conoscere come i vescovi hanno visto questo processo sinodale, infatti, nel documento finale possiamo leggere un ampio capitolo dedicato alle “riflessioni dei vescovi”.

Le tensioni che attraversano le Chiese
Molte sono le tensioni che hanno attraversato questi confronti continentali, per giungere poi ad indicare le priorità di cui dovrebbe occuparsi il Sinodo. La stessa metafora della tenda utilizzata nel titolo (Allarga lo spazio della tua tenda) del Documento per la Tappa continentale (Dtc) è stata motivo di confronto. “Fortemente contestata” in Africa dove è stata associata a “guerra, sfollamento e profughi”, accolta con sentimenti contrastanti in Oceania, è stata valutata positivamente in Asia perché nella tenda c’è “posto per tutti” e in Medio Oriente dove è vista come segno della storia della salvezza.

Ampia e unanime risonanza ha avuto la questione degli abusi, che mina la fiducia e la credibilità della Chiesa fino a portare a “intolleranza, risentimento” e abbandoni. Accanto a questa piaga se ne è evidenziata un’altra legata al pregiudizio, al razzismo e al colonialismo: i “torti storici” nel trattamento riservato ai popoli indigeni in Africa, Asia, Oceania e Nord America.

Un rimando inevitabile in molte sintesi è stato alla figura del presbitero con il suo corollario di problemi: selezione e formazione iniziale (si chiede la riforma dei seminari), rapporto con il sacerdozio comune dei laici, clericalismo, abusi, modalità con le quali esercita la sua leadreshp.

La grande varietà di contesti ha dato all’ecumenismo e al dialogo interreligioso una diversa priorità, in Medio oriente è “questione di vita o di morte” e in Europa vi è una ricchezza di esperienze nelle relazioni, in altre realtà ci si interroga, invece, su questi rapporti (Nord America, Asia).

Nonostante vi siano stati due sinodi specifici, la famiglia, con le sue varie declinazioni (poligamia, arcobaleno, separata, …), e il problema giovani ritornano continuamente nelle sintesi e restano un nervo scoperto della pastorale.

Infine, ascoltare non è facile e occorre ancora esercitarsi. Lo si coglie in più di un passaggio: “si ascoltano di più coloro che detengono l’autorità”, “coloro che hanno osato parlare sono stati talvolta considerati antagonisti” perché le opinioni erano controcorrente, si avverte che “la Chiesa non ascolta o almeno è selettiva”, occorre ascoltare anche le culture locali. 

Alcune priorità
Le tappe continentali hanno consegnato al Sinodo un’ampia varietà di priorità, tra queste alcune assumono una particolare importanza.

La questione partecipazione, corresponsabilità, autorità e processi decisionali è avvertita come un nodo centrale della Chiesa sinodale. L’attenzione va agli organi di partecipazione e al loro potere (consultivo o deliberativo), al rapporto tra autorità del vescovo e i processi decisionali, alla definizione dei livelli (chiesa universale/locale) a cui vanno prese le decisioni, alla revisione del Diritto canonico (“crea uno squilibrio di potere tra vescovi, clero e laici”) e alla trasparenza amministrativa.

Ampiamente trattato e in modo unanime è il ruolo e la responsabilità delle donne nella vita della Chiesa, per i quali si auspicano “concrete e coraggiose decisioni” e si pongono interrogativi sui limiti all’ordinazione (Nord America, Europa e Oceania).

Vi è poi un ampio elenco di urgenze che potrebbero essere raccolte sotto la voce riforma, si tratta di liturgia, inculturazione, dottrina e tradizione, chiesa ministeriale.

La liturgia con le sue criticità (linguaggio, omelia, …) era già apparsa in un paragrafo del Dtc (3.5) ritorna ora e si intreccia con la questione dell’inculturazione in particolare in Africa, Asia, Oceania e America Latina. Si tratta di rileggere e valorizzare la cultura dei popoli indigeni.

La richiesta di un rinnovamento liturgico, adeguandolo alle attuali esigenze dei fedeli si può dire che sia pervasiva, ma deve anche fare i conti, in Europa (Francia, Gran Bretagna, Paesi nordici) e Nord America, con le nostalgie per la liturgia preconciliare.

Anche l’accoglienza (e l’inclusione) che dovrebbe essere una caratteristica tout court della Chiesa non è priva di problematicità. Le Chiese del Nord America pur presentandola come una priorità, si domandano “quali sono i suoi risvolti pastorali e anche dottrinali?” e segnalano che la definizione “inclusione radicale”, utilizzata dal Dtc, ha suscitato “reazioni ampiamente divergenti”.

Il tema del “cambiamento” dell’insegnamento della Chiesa (dottrina/tradizione) è proposto come priorità solo in un caso, ma è stato toccato in alcuni continenti e il confronto ha registrato due scontate tensioni: esigenza di una rivisitazione o approfondimento e nessuna apertura al cambiamento. 

Sinodalità: adelante con juicio
L’esigenza di una Chiesa sinodale è presente unanimemente, almeno come desiderio in tutte le Tappe continentali. Dubbi, interrogativi e riserve, però, non sono mancati. Le maggiori perplessità sono emerse dal documento del Nord America. La domanda è: dove la sinodalità porterà la Chiesa?

Se da un lato è ritenuta “indispensabile per la gestione della pluralità” (Medio Oriente) o la si considera “uno stile di vita” della Chiesa (Europa),

altrove si ritiene che “la sinodalità danneggerà la Chiesa”, che tra processo di discernimento e governo della maggioranza vi sia una “linea sottile” e si teme una forma di democratizzazione, oppure ci si chiede se sia possibile “sostenere questo stile in modo coerente”.

Ottenere la giusta intonazione delle molte diversità spetta ora alle due assemblee sinodali di Roma.

Franco Ferrari
Presidente dell’ Associazione Viandanti

Articoli correlati presenti nel sito:
Calderone D., Nella Chiesa deve crescere l’opinione pubblica
Baldi C., 
Per una sinodalità ecclesiale di base
De Giorgi F.
Come si decide nella Chiesa?
Dianich S.Sinodalità, riforma necessaria e attesa
Ferrari F., Sinodo e Chiesa sono sinonimi

Vedere anche la pagina Sinodo dei Vescovi. Le Tappe continentali 

[Pubblicato il 7.7.2023]
[L’immagine che correda l’articolo è ripresa dal sito: https://bangkok.synod2023.org]
L’articolo è stato pubblicato sul bimestrale “Missione Oggi” (n. 3 / maggio-giugno 2023)

1 Commento su “LE TAPPE CONTINENTALI DEL SINODO
UN FLASH SULLA CHIESA”

  1. Emerge da questo articolo di Franco Ferrari uno scenario quanto mai complesso. Penso che si debba cercare un giusto equilibrio fra i tanti temi ed elementi che vengono evidenziati. Ad esempio cercare di conciliare il tutto con la Tradizione della Chiesa.

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