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Lettera aperta a Papa Benedetto di cattolici australiani (luglio 2011)

Contesto. Un gruppo di laici cattolici australiani chiamato “Catholics for Renewal” (Cattolici del rinnovamento), composto da cattolici attivi all’interno delle parrocchie, hanno preparato, agli inizi di luglio 2011 una petizione da consegnare ai vescovi e al papa. In essa si offre un quadro a tinte fosche della situazione della chiesa cattolica, sempre più lontana dai giovani e non più in grado di garantire i ministeri soprattutto nelle aree rurali. Ci si lamenta della cattiva gestione dei casi di abusi sessuali e del modo in cui è avvenuta la rimozione del vescovo Morris (1), dell’assenza di collegialità nell’agire pastorale, dell’atteggiamento troppo patriarcale nei confronti delle donne, dell’eccessiva pretesa di infallibilità che soffoca la possibilità di discussione. Si auspica una chiesa rinnovata che segua più fedelmente Cristo, con maggiore corresponsabilità e misericordia.
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(1) William Morris, vescovo di Toowoomba, agli inizi di maggio 2011 è stato “sollevato dalla cura pastorale della diocesi” dal Papa.
Il provvedimento è stato disposto a seguito di una relazione di un visitatore apostolico inviato dopo una lettera pastorale del 2006. Mons. Morris nella lettera sosteneva che, di fronte alla scarsità di vocazioni, la Chiesa cattolica avrebbe dovuto aprirsi a tutte le eventualità: ordinare donne prete, ordinare uomini sposati, favorire la reintegrazione degli ex preti e riconoscere la validità delle celebrazioni degli anglicani e dei luterani.
Inoltre, vi erano state polemiche per il tipo di programmi di educazione sessuale introdotti nelle scuole cattoliche della diocesi e per la pratica delle assoluzioni generali senza la confessione individuale.

TESTO
Lettera aperta a Papa Benedetto XVI
e ai vescovi d’Australia di cattolici australiani (luglio 2011)
Ripreso dal sito: www.catholica.com.au/forum/index.php?id=79069
Traduzione: www.finesettimana.org

Caro Papa Benedetto e cari Vescovi d’Australia,

Noi sottoscritti, cattolici d’Australia, vi scriviamo a proposito delle nostre preoccupazioni per la Chiesa. Vi chiediamo di prendere in considerazione questi temi durante la visita Ad Limina nel 2011.

Da fedeli in Cristo, dobbiamo parlare apertamente.  Secondo la legge canonica abbiamo il diritto e il dovere, conformemente alle nostre conoscenze, competenze e ruoli, di manifestare ai nostri pastori i nostri punti di vista su temi che riguardano il bene della Chiesa (C.212.2-3).
La Chiesa non ispira più adeguatamente molte delle nostre comunità. Ha allontanato troppi adulti che erano nati da genitori cattolici, che avevano frequentato scuole cattoliche e vissuto una vita sacramentale. È diventata estranea e irrilevante per le vite dei nostri giovani. Con meno preti, la sua capacità di provvedere regolarmente all’Eucaristia nelle nostre parrocchie, specialmente in aree rurali, è diventata sempre più limitata. Come istituzione non incarna ancora la visione del Vaticano II di una Chiesa realmente collegiale, nella quale le decisioni rispettano le culture e le comunità locali. Appare piuttosto come un’istituzione soprattutto interessata al centralismo, al legalismo e al controllo, con poche strutture effettive per l’ascolto e il dialogo, e spesso più preoccupata della sua immagine istituzionale e dei suoi interessi che dello spirito di Cristo.

La nostra Chiesa è stata infangata da ingiustizie e deturpata da decisioni sbagliate. Siamo ancora sbigottiti per lo scandalo degli abusi sessuali in cui l’iniziale risposta della Chiesa era manifestamente inadeguata e in cui alcune autorità, nei loro sforzi di proteggere l’istituzione, hanno esposto giovani persone innocenti a grave danno. Siamo shoccati per le modalità con cui il vescovo Morris, un pastore coscienzioso, è stato rimosso dalla sua diocesi. Siamo rimasti esterrefatti per la mancanza di appropriate consultazioni per la traduzione in inglese del nuovo messale. Non possiamo più accettare l’atteggiamento patriarcale verso le donne all’interno della nostra Chiesa, e temiamo che una eccessiva pretesa di infallibilità stia soffocando la discussione su molti problemi importanti. Questi problemi riguardano anche alcuni insegnamenti sulla sessualità umana, così come nuove forme di ministero per donne e uomini sposati; quest’ultimo punto rappresenta un’anomalia per una Chiesa impegnata a favore dell’uguaglianza, e che accoglie ministri sposati da altre tradizioni cristiane. Questi problemi minano la fiducia in voi nostri pastori.

Vogliamo e preghiamo per una Chiesa rinnovata che segua più fedelmente Cristo in ogni circostanza. Abbiamo bisogno di una Chiesa impegnata per un’autentica collegialità e sussidiarietà. Aneliamo ad una Chiesa aperta, trasparente ed affidabile, che rispetti le dovute procedure, che rifiuti ogni forma di discriminazione, che ascolti il suo popolo, che promuova la corresponsabilità in ogni sfaccettatura della sua missione e servizio, e sia davvero misericordiosa. Chiediamo una Chiesa rivolta all’esterno di sé, totalmente impegnata per la giustizia, la pace, l’ecumenismo e il dialogo con le altre fedi, e che sostenga inequivocabilmente i diritti degli oppressi e degli svantaggiati, prendendosi cura dei loro bisogni. Abbiamo bisogno e vogliamo una Chiesa in cui siamo “tutti un solo essere in Gesù Cristo, senza distinzioni… tra uomo e donna” (Galati 3, 28) e i cui pastori leggano bene i segni dei tempi e li interpretino alla luce del Vangelo.

Come primo passo verso la collegialità e la sussidiarietà, invitiamo ogni vescovo a convocare al più presto un sinodo nella propria diocesi, secondo quanto previsto dal diritto canonico (C.460-468), per discutere come la Chiesa locale possa dare una testimonianza più autentica nel XXI secolo. Chiediamo anche che Papa Benedetto permetta il ritorno ad una procedura più responsabile e consultiva per la nomina dei vescovi, dando voce anche ai preti e ai laici, come era la pratica nella Chiesa primitiva. Questo potrebbe cominciare con la nomina del nuovo vescovo di Toowoomba.

Per tutti noi Gesù è la via, la verità e la vita. Come popolo di Dio e vostre sorelle e vostri fratelli in Cristo, che insieme cercano il Regno di Dio, preghiamo affinché lo Spirito ci guidi tutti uniti a Gesù nel difficile compito di rinnovamento.

Cattolici d’Australia

Firme
La lettera è stata finora sottoscritta da 8.164 persone, di cui 3.656 on line e 4.508 su moduli stampati. Vedi: www.catholica.com.au/forum/index.php?id=83147

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