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L’ISOLOTTO: UN CAMMINO DI CINQUANT’ANNI

I testi raccolti in questo volume, come nello stile della comunità dell’Isolotto, non sono scritti a tavolino, bensì il frutto di una serie di incontri, riflessioni e testimonianze, terminati domenica 28 ottobre 2018, con un’assemblea comunitaria finale nella Piazza dell’Isolotto.

Il libro ricorda il cammino della comunità dell’Isolotto nei cinquant’anni trascorsi dal 1968 al 2018 e dona una speranza ai suoi lettori, proprio come la canzone da cui trae il proprio titoloEppure il vento soffia ancora …”: la speranza di liberarsi dalla paura e dalla solitudine, perché continuano ad esistere e ancora si possono costruire belle esperienze comunitarie e mondi positivi.

Nella prima parte, Anna Scattigno commenta il libro di Jacques Servien “L’esperienza cristiana dell’Isolotto”, di recente tradotto in italiano e già recensito sul sito dei Viandanti. Altri successivi interventi descrivono l’esperienza dell’Isolotto, non con intento celebrativo o nostalgico, ma, come si dice nella presentazione, per “trarre energia dal passato e portare avanti la ricerca, nel contesto attuale, di modalità di convivenza più umane”. In particolare:

  • Valerio Gigante di Adista ha coordinato i lavori;
  • Pietro Giovannoni ha ricordato la stagione lapiriana, premessa e al tempo stesso interlocutrice dei fermenti del periodo in esame;
  • Sergio Tanzarella ha testimoniato come quella dell’Isolotto sia stata un’onda lunga che lo ha coinvolto personalmente e che tuttora continua a dare frutti;
  • Alessandro Santagata ha offerto una riflessione sulla “memoria” del Sessantotto, analizzando e contestualizzando le celebrazioni fatte decennio per decennio.

La seconda parte del libro è invece una raccolta di diversi modi di fare e di essere comunità. Quest’argomento, infatti, è il “filo rosso” che unisce l’esperienza del passato con le tante realtà che ancora oggi, tenacemente, in un mondo segnato dalla globalizzazione e dall’individualismo, continuano a credere nella possibilità di comunione e di prossimità tra le persone, in un nuovo contesto culturale, sociale ed ecclesiale. Così emergono tanti contributi di idee e di buone pratiche:

  • la Fattoria senza padroni nella tenuta di Mondeggi;
  • il Quartiere istituzionale dell’Isolotto;
  • la Comunità delle Piagge;
  • il Giardino dei Ciliegi;
  • il percorso di ricerca evangelica di Koinonia;
  • i genitori dell’Istituto Comprensivo Montagnola-Gramsci;
  • le Comunità giovanili scout;
  • alcune Comunità di Base;
  • la Piccola scuola di pace “Gigi Ontanetti”;
  • il gruppo Yoga e Solidarietà.

Tra i testi interessanti, contenuti nel fascicolo preparatorio dell’assemblea, spiccano soprattutto le magistrali ed ancora attuali riflessioni di Enzo Mazzi. Tra tutte, riportiamo questa: “… è fondamentale per la comunità di base la scelta in favore della precarietà, l’assenza di strutture, il rifiuto di fare proselitismo, il metodo della laicità applicato alla vita comunitaria. Laicità come dimensione e metodo dell’essere persone che vivono storicamente nella provvisorietà, legate e compromesse col mutamento, prive di ogni certezza sacrale e quindi aperte al dialogo con gli altri, comunità senza parole d’ordine, senza regole scritte, senza rigidi principi e sicurezze, senza pregiudizi, senza omologazioni di gruppo. Comunità come libera scelta quotidiana, luogo di incontro, spazio dove si può condividere l’utopia e ricercare coerenze. Comunità vissuta nel segno della fondamentale fiducia nello spirito e nell’uomo”.

Auspichiamo che libri così profondi e ricchi di contenuto possano trovare ampia risonanza e accessibilità, per orientare la riflessione verso nuove modalità di essere Chiesa.

Emilio Binini

C.Daurù e P.Ricciardi (a cura di), 1968-2018 Eppure il vento soffia ancora … , Fare comunità: pratiche e ricerche a confronto. Incontri, testimonianze, riflessioni per i 50 anni della comunità dell’Isolotto, Libri liberi / Comunità dell’Isolotto, Firenze 2019, pp. 144.

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