Marc Chagall, Le cheval roux (1967) - Parigi, Centre Pompidou

AMICI EBREI
NON POSSO PIÙ RESTARE IN SILENZIO

Johan Bonny Vescovo di Anversa

Penso raramente, anzi mai, a papa Pio XII (1876-1958). Salvo in questi ultimi giorni e settimane, dopo le violenze di Hamas del 7 ottobre e i bombardamenti a Gaza. Papa Pio XII sarebbe rimasto neutrale per troppo tempo, non avrebbe reagito abbastanza duramente contro la potente Germania.

Questo gli è valso il soprannome di “papa nazista” in certi ambienti.

Dove comincia e dove finisce il silenzio colpevole? Dal passato al presente c’è solo un piccolo passo. Sul giornale di oggi ho letto che quattromila bambini sono già morti a Gaza, ossia circa quattrocento al giorno. “Gaza è diventata un cimitero per i bambini”, ha dichiarato il portavoce dell’Unicef, James Elder. “E per tutti è un inferno”.

L’Occidente reagisce nella confusione e nella contraddizione. Molti adottano una posizione “neutrale”. Intanto, le grandi potenze militari sostengono l’esercito israeliano. Perché “tutto è molto complesso!”. Oppure: “Dobbiamo sostenere una democrazia occidentale come Israele!”. Perché sono seduto qui, come vescovo, e sto zitto? Da chi e da che cosa devo trattenermi?

L’alibi ideale Vivo nella città fiamminga che conta la più grande comunità ebraica del paese. Ho buone conoscenze nella comunità ebraica. Sono membro dell’Organo consultivo dei cristiani e degli ebrei del Belgio (OCJB). Devo parlare o tacere, e per chi? Chi sarà mio amico o mio nemico quando parlerò? Infatti è una storia complessa. Israele ha il diritto di esistere e di difendersi, nessuno lo mette in dubbio. Ma ...

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