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Franco Ferrari
La consultazione sinodale appena conclusasi ha scattato una nitida foto di quanto si sta muovendo all’interno delle Chiese e ha prodotto un significativo materiale per l’elaborazione del documento di lavoro (Instrumentum laboris) che orienterà il confronto della prossima assemblea dei vescovi.
Un grande patchwork Ora, attraverso i documenti conclusivi delle sette assemblee continentali conosciamo le sensibilità delle varie Chiese, le loro difficoltà, le loro urgenze e le loro aspettative nei confronti del Sinodo.
La lettura di tutti questi testi offre alcune sorprese. La cattolicità che si tende a pensare come uniforme si presenta caratterizzata dalla diversità, anzi da molte diversità, che credibilmente segneranno l’assemblea del Sinodo.
Le Chiese europee constatano che le diversità continuano a percorrerle non solo da Est a Ovest, ma anche da Nord a Sud e avvertono l’esigenza di purificare la loro memoria. Le Chiese dell’America latina, del Medio Oriente e dell’Africa, ricordano (o forse rivendicano) la loro lunga e intensa tradizione sinodale: l’America latina dalla costituzione del Celam (1955) ai successivi molteplici organismi partecipativi, l’Africa a partire dal Vaticano II e le Chiese del Medio oriente costitutivamente sinodali dalle origini.
In Oceania, le Chiese polverizzate in tanti piccoli e grandi stati insulari avvertono come cruciale la crisi ecologica e la sfida della grandissima varietà di etnie, lingue e culture. Le Chiese dell’Asia, una piccolissima minoranza nella maggior parte dei paesi, si confrontano con una povertà diffusa e con molte fedi anche più antiche di quella ...
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