Giotto, Il bacio di Giuda, Cappella degli Scrovegni (1303-1305), Padova

LE CHIESE E LA GUERRA
RUSSO-UCRAINA

Riccardo Larini   

"La guerra sta causando indicibili disgrazie. Il corpo di Cristo, la chiesa, soffre e piange. L'umanità nel suo bisogno grida: Signore, fino a quando? Solo la storia potrà svelare il groviglio di cause sottostanti e attive che si sono accumulate nel corso del tempo e che hanno portato alla rottura della pace. Dio solo vede e giudica gli intenti e i pensieri del cuore. Noi, servitori della chiesa, rivolgiamo a tutti coloro che hanno potere o influenza in materia un accorato appello a mantenere seriamente davanti ai loro occhi la pace, affinché presto cessi lo spargimento di sangue."

L’appello dei padri dell'ecumenismo Parole che potrebbero suonare molto attuali, e che invece risalgono al novembre del 1914. All'epoca, un gruppo di leader cristiani guidati dal neoeletto arcivescovo luterano di Uppsala, Nathan Söderblom, cercò inutilmente con un appello che iniziava con queste parole di convincere i capi delle chiese di ogni denominazione, presenti nei paesi che da poco avevano avviato il primo conflitto mondiale della storia, ad adoperarsi per la pace in nome della fede cristiana.

L'incapacità delle chiese di fungere allora da promotrici della pace tra i popoli fu tuttavia una delle matrici fondamentali del futuro movimento ecumenico. Al termine della spaventosa carneficina rappresentata dalla prima guerra mondiale, infatti, crebbe notevolmente il numero di leader cristiani attivamente dediti alla pace e sorsero i movimenti "Vita e Azione" e "Fede e Costituzione", che nel 1948 confluiranno nel Consiglio Ecumenico delle Chiese.

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