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Christian Albini
Una caratteristica delle vicende interne al cattolicesimo nell’ultimo decennio è il ricorso al concetto di tradizione in forme violentemente polemiche. La volontà di Benedetto XVI di raggiungere una riconciliazione con i lefevriani usciti dalla comunione con la Chiesa cattolica, accompagnata da ampie concessioni in campo liturgico, ha fatto sentire legittimati nelle proprie posizioni gli ambienti rimasti ostili al Concilio. Ne è derivato un crescendo di attacchi nei confronti di uno stile di cristianesimo a loro avverso (nella liturgia, nella teologia, nella pastorale…) che va oltre la critica e la dialettica, in quanto cerca di squalificare le persone e la loro fede. C’è una rete di libri, riviste e soprattutto siti internet – riconducibili a piccoli circoli in cerca di visibilità – i quali prendono di mira sistematicamente pastori, teologi e credenti, in una sorta di “caccia alle streghe”, ricorrendo con leggerezza al linguaggio dell’eresia e della denigrazione. È un atteggiamento profondamente carente di fraternità cristiana, che smentisce nei fatti ogni pretesa di ortodossia. Il ricorso alla tradizione Il punto di appoggio di queste campagne e della visione teologica che le sostiene è il ricorso a una certa idea di tradizione. Si sostengono determinate posizioni e se ne colpiscono altre in base alla loro supposta aderenza alla tradizione, come se questo concetto fosse una sorta di asso di briscola che fa piazza pulita sul tavolo da gioco. Si invoca la tradizione quale argomento che prevale su tutti gli altri. Già, ma quale tradizione? C’è, infatti, modo e modo di intenderla. Gli ... Leggi tutto