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Giancarla Codrignani I "Viandanti" sono dei credenti che si sentono laici e vorrebbero ragionare sulla missione della loro Chiesa in un mondo proiettato verso un futuro ancora sconosciuto e, forse, minaccioso. Si sentono un po' infastiditi quando si trovano davanti vecchie ipotesi di utilizzo politico dei cattolici. Il forum di Todi e la presenza nel governo Monti di persone altamente qualificate, in parte di notoria appartenenza confessionale, hanno prodotto un perdurante interesse dei media e il sospetto che l'Italia sia alla vigilia di una riconfessionalizzazione democristiana della politica. Tuttavia, se anche la Chiesa si impegna in prima persona per il bene della società civile, proprio perché responsabilmente cristiani, siamo pronti a contribuire al recupero in dignità e bellezza della parola "politica". Ripresa del collateralismo? Una prima osservazione parte dalla palese constatazione che i cattolici non parlano con una voce sola: l'essere "sale della terra" per qualcuno non è complementare al creare "la città collocata sopra un monte". Vale a dire: dai "cristiani adulti" ai "teocon" le differenze non mancano. L'attuale governo è certamente politico, ma non è direttamente partitico e l'essere "tecnico" lo fa supporre autonomo; tuttavia, anche in conseguenza del poco avveduto sostegno dato alla destra berlusconiana dal Vaticano, il cattolico che abbia preso posizione, per esempio, per il Partito Democratico non torna indietro. Tuttavia, le sollecitazioni di Bagnasco e Crociata prima dell'incontro di Todi hanno segnato la fine dell'appoggio non disinteressato al governo Berlusconi oppure la ripresa della delega a laici qualificati ...
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