Michelangelo, Creazione degli astri e delle piante (1511-12). Volta della Sistina, Città del Vaticano

UN DIO DEL PASSATO
O SEMPRE CONTEPORANEO NELLA STORIA?

Raniero La Valle

Da qualche tempo, almeno dalla pubblicazione del volume “Oltre Dio. In ascolto del Mistero senza nome” (Gabrielli 2021) - ma la questione ha radici che risalgono agli inizi del secolo scorso - si discute sul post-teismo. Con questo articolo di Raniero La Valle sul tema si vorrebbe proseguire con l’attenzione ad un tema “cruciale” per la declinazione della nostra fede nella storia.

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La perturbazione del post-teismo che ha investito la comunità cristiana non è uno scacco della fede, ma una tragedia della teologia politica. La sua irruenza specialmente si è abbattuta, con particolare dolore per noi, su quello che Vittorio Bellavite, coordinatore nazionale di “Noi siamo Chiesa”, chiama “il nostro circuito conciliare” cui appartengono anche “Gabrielli, Adista, Chiesa di tutti Chiesa dei poveri”, ovvero personalità e mezzi di comunicazione che ci sono cari per il loro impegno nel rinnovamento conciliare della Chiesa.

Il “regno di Dio” diventa inutile Diciamo che il post-teismo non è uno scacco della fede perché anzi pretende di inverarla, e la fede cristiana ha dovuto reggere all’urto di ben altri fraintendimenti e di eresie di ogni tipo, ma è una tragedia di quella specifica ed essenziale dimensione della fede che è il suo rapporto cruciale con la società e con la storia; e non a caso uso l’aggettivo “cruciale”.

Nel fare della questione di Dio una questione del passato (se il “post” delle locuzioni “post-teismo”, “post-religionale” e simili corrisponde ...

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