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Vaticano II: discutiamone

Cura di Christian Albini

Il Concilio Vaticano II (1962-1965) resta la chiave per comprendere e orientare il futuro della Chiesa cattolica.
Così Giovanni XXIII nel suo discorso inaugurale (11 ottobre 1962):
«Lo spirito cristiano, cattolico ed apostolico del mondo intero attende un balzo innanzi verso una penetrazione dottrinale e una formazione delle coscienze, in corrispondenza più perfetta alla fedeltà all’autentica dottrina, anche questa però studiata ed esposta attraverso le forme dell’indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno».
Il senso è chiaro: la fede cristiana ha bisogno di un nuovo linguaggio per essere compresa e annunciata oggi. Questo è stato l’obiettivo del Vaticano II.
Giovanni Paolo II non ha esitato a definire il Concilio la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX (Novo millennio ineunte, 6 gennaio 2001, 57). Le sue parole sono state riprese da Benedetto XVI nel suo primo messaggio del 20 aprile 2005, ricordando il Vaticano II come bussola per il terzo millennio.
Eppure, a fronte di questi ripetuti e autorevoli riconoscimenti, questo evento rimane fortemente controverso.
C’è chi, come il vescovo Luigi Bettazzi che vi ha preso parte, lo considera una vera e propria Pentecoste del nostro tempo e chi un errore da superare e dimenticare. Il Vaticano II è al centro di un conflitto delle interpretazioni.
Nella convinzione che il Concilio mantiene il suo valore e ha indicato alla Chiesa cattolica la direzione di un rinnovamento ancora da realizzare, vogliamo offrire del materiale per farsi un’idea e contribuire al dibattito. (c.a.)

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