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Solidarietà con la comunità ebraica per i fatti di Tolosa/Francia (2012)

Il 1 aprile, abbiamo fatto visita alla comunità ebraica di Parma per esprimere la nostra solidarietà dopo i fatti di Tolosa.
La delegazione era composta da Franco Ferrari (presidente), Roberto Tarasconi (consigliere e referente per la Rete dei Viandanti) e dai soci: Dina Dieci, Beppe Sivelli e Gabriella e Renato Marchesi.
L’incontro con il presidente della comunità, dott. Giorgio Giavarini, è avvenuto in sinagoga.
Ferrari a nome dell’Associazione ha espresso al Presidente Giavarini la solidarietà con il seguente discorso.

* * * *

Egregio Presidente Giavarini,

diversi sono i motivi che ci hanno spinto oggi a venire in delegazione, in rappresentanza di “Viandanti” un’Associazione di laici cristiani fondata a Parma nel 2010, ad esprimere alla comunità ebraica una profonda solidarietà per l’uccisione di 3 bambini e di un professore davanti alla scuola ebraica di Tolosa.
Il motivo più immediato è indubbiamente lo sconcerto e l’orrore che abbiamo provato per un così grave atto di violenza, d’intolleranza e di antisemitismo che ha portato alla fredda e premeditata uccisione di innocenti.
Abbiamo, però, avvertito anche ragioni che nascono da una riflessione attenta, alla quale ci devono spingere sempre fatti di questa natura e gravità.

In primo luogo l’esigenza di non minimizzare o di ridimensionare la portata di questi fatti per il solo motivo che appaiono come episodici o frutto di motivazioni che a volte sono ricondotte a questioni di disagio personale o sociale.
Inoltre, la consapevolezza che lo stillicidio di episodi di violenza, dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi, nei confronti degli ebrei non ci può consentire di considerare la persecuzione del popolo ebraico conclusa con la Shoah. Sono di questi giorni alcuni episodi inquietanti: la pubblicazione in un sito neonazista di una lista di 163 professori universitari italiani accusati di collaborare con lo Stato ebraico; la pubblicazione, sempre su internet, di una lista di 78 cognomi di ebrei pisani; infine, Roma, nella scuola elementare “Cesana”, è stato sradicato e bruciato l’ulivo piantato nel giardino della scuola nella Giornata della Memoria di quest’anno.
Ancora, l’opportunità e la necessità che la vicinanza e la solidarietà alle comunità ebraiche siano espresse non solo dalle più alte autorità dello Stato e della politica, ma anche dalle varie realtà della società civile e religiosa per mantenere una consapevolezza di popolo circa la gravità di questi episodi. Solo una costante vigilanza ci potrà dare la certezza che le ombre del passato non tornino tra di noi.
Per noi cristiani cattolici vi è poi un motivo particolare di vicinanza per il grande patrimonio comune di spiritualità e delle Scritture che, dal Concilio Vaticano II in poi, ci consente di sapervi e di sentirvi “nostri fratelli maggiori nella fede di Abramo”.

Infine, signor Presidente, vogliamo esprimere la nostra partecipazione al vostro dolore con un simbolo: alcuni ramoscelli di ulivo.
L’ulivo è simbolo di pace, di una vita nella pace.
A conclusione della nostra visita è questo l’augurio che vogliamo fare: che il popolo ebraico possa vivere una vita nella pace e libera da ogni persecuzione.

 

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