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TRA VASTO E TODI: LE DIFFICILI PREVISIONI

Giancarla Codrignani

Diciamo la verità: non è facile venir fuori dai guai se si desidera tornare alla buona politica. Cercando di sondare le prospettive, siamo alla sfera di cristiallo: può succedere di tutto. Chi si aspettava ora il crollo di Bossi? Non ci si può arrendere, ma si incomincia ad avere pietà per chi regge responsabilità di partito in un paese che ha dovuto far ricorso ai tecnici per l’impossibilità di decidere provvedimenti di rigore a causa sia della decomposizione del Parlamento, sia dell’invasione del populismo dovute entrambe alla politica berlusconiana. Tuttavia non si traggono elementi di conforto neppure dalla legge elettorale in via di probabile (?) costruzione che – come dice Bindi – riporterebbe alla precarietà di governi destinati ad elezioni anticipate ad opera del primo Di Pietro o Vendola in vena di remare contro; figuriamoci, poi, con le alleanze variabili di eventuali terzi poli. Sullo sfondo resta ancora sospetto l’animale politico del Berlusconi che sorride un po’ troppo e forse pensa alle opportunità di una prevedibile ampia astensione: l’antipolitica giova solo a lui (e a chi cerca alibi nei piccoli partiti destinati a disperdere voti).

Una democrazia a rischio
Domandarsi dove stanno andando gli auspici di Todi è come chiedersi che cosa farà Bersani della foto di Vasto. Forse – lo dico sommessamente – è il momento giusto per dire che i cittadini dovrebbero guardare oltre le lamentazioni e sentirsi pienamente laici; i partiti e i governi, dal canto loro, restino distaccati rispetto alla territorialità troppo vicina del Vaticano. Anche in questo caso insegnano Monti e la sua squadra, pur decisamente cattolici.

In tempi in cui le appartenenze, tanto più se religiose, possono aggravare le ragioni dei conflitti, ciascuno di noi è chiamato a misurarsi in primo luogo con ciò che sostiene la democrazia, oggi a rischio ovunque, valorizzando la libertà religiosa, senza fissarsi su principi non negoziabili come fanno gli integralisti lefevriani e musulmani (anzi, in quanto cristiani faremmo bene a sostenere in parrocchia l’ecumenismo).

Gli interessi dominanti
Il Forum di Todi è stato promosso da Acli, Cisl, Coldiretti, Mcl, Confcooperative, Compagnia delle Opere. La divisione dell’originaria unità sindacale dei lavoratori contestata dall’anticomunismo ha prodotto via via nel tempo la nascita di altre sigle e la scelta della solidarietà politica con il partito della Democrazia che si chiamava, strumentalmente (e don Sturzo non avrebbe voluto), Cristiana. Oggi fortunatamente una formazione così è improponibile. Tuttavia si sono fatte potenti organizzazioni come CL (e Opus Dei), la cui egemonia finanziaria trova alleate la Compagnia delle Opere e la Lega delle Cooperative. Sono dunque esplicitamente dominanti interessi che poco hanno a che vedere con qualunque fede religiosa, anche se – pensando a nuove formazioni politiche – è logico prevedere che questi poteri, chiaramente di area confessionale, ne saranno i finanziatori.

Un grande sur place
Quanto al pensiero sociale della Chiesa, sono d’accordo con Domenico Rosati (Unità, 22 febbraio 2012) che vedeva in atto la “tentazione di acquisire le indicazioni del magistero a supporto di tesi o posizioni politiche”, come è stato fatto dalla “lettura mercatista” della Centesimus annus volta a incoraggiare un capitalismo democratico tutto da dimostrare.

Dopo le primarie si sono visti confabulare Cesa, Fioroni, Fitto e Lumia. Altri giri più o meno visibili sembrano sul piede di guerra e anche i cattolici democratici – spesso iscritti al Pd – stanno costruendo una rete, forse due.

Sembra dunque che si scaldino dei motori; ma di fatto è tutto un piétiner sur place. Anche Bertone e Bagnasco, che certamente qualche idea pro domo sua la filano, hanno da pensare agli interessi vaticani e ai relativi problemi di corretto riordinamento. Per ora, dunque, bocce ferme. Almeno fino a dopo le amministrative… E che il Signore ci aiuti.

Giancarla Codrignani
Giornalista, socia fondatrice di Viandanti

4 Commenti su “TRA VASTO E TODI: LE DIFFICILI PREVISIONI”

  1. Sono molto amareggiata nel vedere Di Pietro e Vendola trattati da populisti.
    Se poi Giancarla Codrignani avesse la bontà di spiegarci cosa possa essere chiamato populismo oggi e non semplicemente far riferimento ad un populismo metastorico, come fa il buon Napolitano, le sarei veramente grata. Tratteggiare apocalitticamente scenari anarchici non fa altro che ritardare l’azione e rimandare decisioni che urgono. Non sono certo una fautrice dell’azione per l’azione, ma c’é sete di parole profetiche che diano all’azione umana vita nuova esprimendo l’amore creativo. Ma forse siamo troppo esangui – dato il trionfo del vampirismo- anche solo per vagheggiare una parvenza di azione.
    Cettina Centonze

  2. Si è tutti concordi nel dire che al termine di questo governo Monti ci sarà un rimescolamento nei e tra i partiti. Nessuno è in grado di dire come e verso cosa. Oggi l’imperativo categorico per chi è “fanatico” della democrazia è mantenere quel poco che è rimasto ricordando sempre che siamo parte dell’Europa, quindi è indispensabile esprimere comunque un voto alle prossime amministrative scegliendo su quel poco o tanto soddisfaciente che c’è.
    Buon lavoro a tutti
    Franco da Parma

  3. Fin quando nella nostra società prevale la logica del profitto e non quella del bene comune, non ci potrà essere alcuna democrazia. Sembra quasi che ci sia il crepuscolo della democrazia rappresentativa, senza che si faccia avanti l’idea di una vera democrazia partecipativa. Nonostante tutto, bisognerà comunque evitare astensionismi che si risolvono soltanto in un successo di chi con la democrazia non ha nulla a che vedere.

  4. A me pare un’acuta panoramica dell’attuale situazione politica dei “cattolici” senza un giudizio o una prospettiva e neanche un azzardo di previsione. Se una come Carla naviga nella nebbia c’è da essere sconsolati. Claudio

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