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UNA CHIESA TRASFORMATA DAL POPOLO

 

 Il 1985 è un anno di importanza rilevante per due avvenimenti che hanno avuto un influsso notevole e prolungato nella vita della Chiesa, sia italiana che universale: nel mese di settembre si tenne il secondo convegno delle chiese italiane a Loreto e, solo pochi giorni più tardi, dal 24 novembre all’8 dicembre, si celebrò a Roma il sinodo straordinario dei vescovi a vent’anni dalla fine del concilio Vaticano II. Dopo Loreto inizia il cambio di marcia della Chiesa italiana, voluto dal card. Ruini.

La scomparsa di un concetto fondamentale
Il Sinodo del 1985, con una sorta di colpo di mano, ha sostituito il concetto di “popolo di Dio”, fondamentale nella Costituzione dommatica Lumen Gentium del Vaticano II, con la parola “comunione”. Da allora, per esprimere l’ecclesiologia del Vaticano II, si parlerà comunemente di Chiesa-mistero, di Chiesa-comunione e di Chiesa-missione: la «Chiesa-popolo di Dio» praticamente sparisce dal vocabolario usuale del magistero ma anche della teologia.

L’espressione “popolo di Dio” è la novità più rilevante e fondamentale della ecclesiologia del Vaticano II ed è a fondamento della costituzione Lumen Gentium. Che sia stata una scelta ben ponderata dagli attenti padri conciliari è dimostrato dal fatto che appare addirittura nello stesso titolo del capitolo secondo, che è posto in collegamento col capitolo primo dedicato al “mistero della Chiesa” e che è posto prima del terzo capitolo “la costituzione gerarchica della Chiesa e in particolare l’episcopato”. Come dire: il mistero, che nasconde in sé l’intima natura della Chiesa, si realizza concretamente in un popolo, con tutte le caratteristiche che il termine porta con sé. L’intenzione del Concilio era quella di chiamare a raccolta l’intero popolo cristiano e di fare appello al suo comune senso di responsabilità.

Le reazioni a uno scippo
Sul perché della sostituzione di “popolo di Dio” con “comunione”, la Relazione finale del Sinodo non dice una parola. È la storia successiva, invece, a dare la risposta al perché il Sinodo abbia ignorato completamente la nozione di “popolo di Dio”: con la scelta del termine “comunione” è rientrato dalla finestra il modello di chiesa preconciliare tutto gerarchico, che un concilio coraggioso e innovatore aveva messo felicemente fuori dalla porta.

Le reazioni a questo colpo di mano di un sinodo che correggeva un Concilio ecumenico non mancarono.

In Italia, pochi mesi dopo la conclusione di quel sinodo dei vescovi, nel 1986, la casa editrice Borla pubblicava un vero trattato di ecclesiologia dal titolo Chiesa delle origini, chiesa del futuro[1], che sulle orme della Lumen Gentium ignorava totalmente la Relazione finale del Sinodo dei vescovi del 1985. Autore del libro era Ortensio da Spinetoli, voce emarginata dall’istituzione ecclesiastica ma lucidissima, inascoltata ieri ma ancora attuale oggi.

Dopo 35 anni, il dibattito sul cammino sinodale fa emergere un richiamo perentorio alla “Chiesa popolo di Dio” della Lumen Gentium: la chiesa impara a camminare in modo sinodale solo quando sa lasciarsi trasformare dallo Spirito e dal popolo che la animano.

Ritorno al “popolo di Dio”
Su questo tema il testo, “Una chiesa trasformata dal popolo” (Paoline, 2021), presenta le principali sfide a cui è esposta la chiesa cattolica sia sul piano esterno (le questioni ambientali, politiche, economiche, morali…) che sul piano interno (la gestione dell’autorità, il servizio sacerdotale, il seminario, la parità tra battezzati e la questione femminile).

Il testo è firmato da 12 autori francesi. Gli autori principali sono il domenicano Hervé Legrand e l’ex membro del Pontificio Consiglio Iustitia et pax, ex direttore generale del FMI, Michel Camdessus.

Il testo è composto da quattro parti: “La trasformazione della chiesa”; “Per una trasformazione fraterna del mondo”; “Per una chiesa sinodale e fraterna”. La quarta parte è costituita da alcune note storiche e teologiche dal titolo “Ispirarsi alla Tradizione” a cura del teologo Hervé Legrand.

Il libro parte da una tesi molto chiara: per la grave crisi che sta attraversando la Chiesa cattolica è necessaria, auspicata e sperata una trasformazione che, come sostiene il titolo del libro, deve essere attuata “dal popolo”. E questo processo non riguarda solo la vita interna della chiesa.

Per una Chiesa diversa
La novità metodologica del libro è data dal fatto che gli autori sono dei laici che ricercano e fanno proposte non per un’altra Chiesa ma per una Chiesa diversa e per un nuovo rapporto tra Essa ed il mondo. Sono uomini e donne, con diversi tipi di responsabilità all’interno della società francese: una psicologa, grandi dirigenti di banca, un’ornitologa, un esperto di famiglia e un ex presidente di un gruppo di assicurazioni ecc. ma senza particolari competenze teologiche.

La loro ricerca nasce dal grande rispetto e amore per la Chiesa e quindi vivono questo momento di crisi come un momento di travaglio importante, però riescono a mettere a fuoco i problemi della Chiesa e le domande che la Chiesa oggi dovrebbe porsi.

La parte teologica è affidata al domenicano francese Harvé Legrand[2], specializzato nel campo dell’ecumenismo e della ecclesiologia. La funzione di Legrand-teologo non è quella di chi sa tutto e deve dare risposte qualificate ma preconfezionate alle proposte fatte dagli autori laici per la fuoriuscita della Chiesa dalla grave crisi che la attanaglia. La sua funzione è quella di accompagnamento e di riferimento e “ispirazione alla Tradizione”, come è indicato nel titolo delle Note storiche e teologiche, esposte nell’ultima parte del libro.

L’importanza della narrazione storico-teologica
Bastano i titoli delle quattro parti di questa sezione per indicare quale funzione spetta alla teologia: I. La concentrazione di tutto il potere nelle mani del clero non è tradizionale; II. Ampliare le modalità della chiamata al ministero; III. Il potere sacerdotale deve essere compreso, secondo la grande Tradizione, come un ministero dell’unico sacerdozio di Cristo; IV. La fraternità cristiana, superamento della relazione gerarchica tra donne e uomini nella Chiesa.

La narrazione storica e la sintesi teologica di Legrand, definita da A. Grillo, “di grande prestigio” (pag. 15) hanno il pregio di solo accompagnare gli interrogativi inquietanti e le risposte necessarie che vengono “dal popolo”.

Notiamo, per inciso, che molti dei contenuti storici ed ecclesiologici di questo “accompagnamento teologico” sono già contenuti nel testo di p. Ortensio da Spinetoli del 1986 e per questo oggi ripubblicato.

Un volume utile per pensare il cambiamento
Quale Chiesa, secondo gli autori, vorrebbero veder emergere dalla attuale, grave crisi?

Una Chiesa in cui la tolleranza della istituzione e il silenzio dei laici non permetta più quelle derive che hanno ferito profondamente persone innocenti; una Chiesa che si liberi da un clericalismo che l’ha indebolita; (…) Infine, una Chiesa in cui tutti i fedeli, uomini e donne, celibi o sposati, possano assumere le grandi responsabilità che oggi sono riservate ai preti. Con questa trasformazione, si presenterebbe come un popolo di battezzati, attuando pienamente gli orientamenti del concilio Vaticano II”.

Il testo è servito a Marinella Perroni – Presidente delle teologhe italiane – e Andrea Grillo, liturgista e teologo, per mandare in onda tre puntate di “Uomini e Profeti”, Rai-Radio tre, nel mese di gennaio 2022 sul tema del Sinodo.

Non solo in Francia ma anche per la Chiesa italiana il piccolo testo francese e il denso testo di Ortensio da Spinetoli potrebbero essere utili come incoraggiamento a tanti “battezzati”, vicini, indifferenti o lontani dai preti, a sentirsi protagonisti del cambiamento.

Dopo la lettura del testo rimane l’auspico che sotto il soffio dello Spirito il “sinodo dei vescovi” (la collegialità) lasci spazio a “un sinodo del popolo dei battezzati”, unico agente efficace e possibile per la rifondazione della Chiesa cattolica. Le difficoltà sono tante: resistenze del sistema, paura, mancanza di cultura laicale, conservatorismo, difesa di posizioni acquisite, rischi di divisioni. Ma i giorni che viviamo, che richiedono più coraggio e meno mezze misure, più parresia e meno retorica, possono essere “il momento opportuno” (2Cor 6, 2) perché lo Spirito faccia comprendere che l’ascolto del “popolo di Dio” non ha senso se non sarà anche “tutto il popolo di Dio” a decidere sul suo futuro.

Antonio Greco

Harvé Legrand-Michel Camdessus, Una Chiesa trasformata dal popolo, Paoline, Milano 2021, pp. 154.

[1] Ortensio da Spinetoli, Chiesa delle origini, chiesa del futuro, Borla, 1986, pp. 224 (esaurito).
[2] H. Legrand, professore emerito dell’Institut Catholique di Parigi, esperto per il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee, consigliere della Accademia internazionale di Scienze Religiose.

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